ANTENNE
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Il MARSec è dotato di due antenne. La realizzazione dei sistemi di puntamento e rilevazione satellitare è stata affidata, dopo una gara d’appalto internazionale, all’azienda californiana Sea Space. L’antenna più grande poggia su un traliccio di diversi metri di altezza. In cima, un “radome” protegge la parabola dalle intemperie. L’antenna, 4,5 metri di diametro, si muove su tre assi. Ogni volta che un satellite compare all’orizzonte (ossia entra nell’area “coperta” dal MARSec), l’antenna lo aggancia e lo segue fino a quando non scompare dal suo raggio d’azione. Terminato l’”inseguimento” e l’acquisizione, l’antenna torna al proprio posto fino al passaggio successivo. Tali movimenti sono gestiti automaticamente da un sistema computerizzato. Il MARSec può operare su diverse scale (regionale, nazionale, internazionale). I dati telerilevati, infatti, coprono interamente l’area del Mediterraneo, il Nord Europa e il Nord Africa. L’antenna potrebbe essere considerata la realizzazione del binomio arte-scienza. La tecnologia SeaSpace, infatti, è ospitata in una struttura, ideata dall’artista Salvatore Paladino, composta da tre colonne. La prima, a base circolare, è di servizio; le altre due, a base triangolare, in funzione di colonnato-portale, suggeriscono l’idea di un tempio immaginario con il loro carico di elementi simbolici, cromatici e formali. Il cubo al centro della costruzione funge da bilanciere dei volumi. Sulle facce sono riportate le scritte acqua, terra, fuoco, gli elementi basilari del monitoraggio. I colori, infine, rievocano la bandiera della pace in un abbraccio ideale tra la terra e il cielo.
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